Men Recensione. La recensione del film “Men” di Matteo Marescalco. Men sancisce il ritorno di Alex Garland dietro la macchina da presa dopo lo straordinario Ex Machina e l’affascinante Annientamento. Noto per aver
sceneggiato alcuni film di Danny Boyle, Garland ha presentato il suo ultimo titolo nel corso della Quinzaine des Réalisateurs durante la 75esima edizione del Festival del Film di Cannes. Alcuni film lasciano lo spettatore interdetto e dubbioso su ciò che ha appena visto: Men appartiene a questa categoria, in grado di generare più di un punto di domanda e di abbracciare un percorso che si schiude con lentezza concedendo ai personaggi tutto il tempo per compiere il loro percorso evolutivo. Reduce da un trauma, Jessie Buckley interpreta Harper, un personaggio ossessionato dal senso di colpa. Ricattata dall’ex compagno – che la minacciava di uccidersi qualora lo avesse lasciato –, la donna decide di abbandonare la città e di spostarsi in un ambiente rurale in modo tale da allentare la stretta connessione con il reale: a curare il suo animo penseranno la tranquillità, il silenzio e la possibilità di tenere i contatti con una sua amica attraverso videochat. La discesa nella campagna inglese, però, si rivela essere meno serena di quanto prospettato e superare il trauma del suicidio del marito schiude una serie di incubi che minano la prosaicità della sua nuova sistemazione. L’equilibrio crolla quando Harper addenta una mela dal giardino. Ha inizio un’immersione psicologica in un mondo di violenza, ricatti morali, fantasie abortite e passaggi indispensabili prima di ritrovare la luce. Prodotto da A24 – garanzia di una certa patina estetizzante – Men aderisce ai più tradizionali stilemi dell’elevated horror che, sfruttando gli archetipi del folk, sofisticato e allegorico, metaforico (fin troppo) e intimo. Ispirato nel simbolismo e nella messa in scena, il titolo diretto da Alex Garland ha una voglia fin troppo malsana di scuotere il pubblico e, in tal modo, finisce per perdere la sua naivete e trasformarsi in una sorta di saggio di fine anno sul patriarcato e il maschilismo tossico. A esemplificare il senso ultimo di Men ci pensa il titolo: gli uomini, appunto, sono gli assoluti protagonisti del progetto. Uomini privilegiati e patriarcali che non sanno fare altro che costruire spregevoli ricatti emotivi e lasciarsi andare a gesti infantili e scatti di violenza. Uomini che, in Men, hanno tutti lo stesso volto, ovvero quello del maschilismo tossico che perpetua continuamente sé stesso. Uno degli aspetti più deboli del film risiede nel suo tentativo di sintesi lineare: il titolo non abbraccia mai il caos primordiale ma sceglie puntualmente di sfiorarne la superficie, optando appunto per la convivenza tra logica, visceralità, simbolismo, costruzione filosofica e intelligibilità. Quindi, semplificando. Il terzo atto, poi, sceglie di mostrare piuttosto che nascondere e lascia deflagrare gli incubi in un body horror che sfiora il ridicolo involontario. Peccato. Piuttosto che costruire un saggio schematico, un film dovrebbe lavorare sul senso delle immagini e di ciò che mostra. (La recensione del film “Men” è di Matteo Marescalco)
LA SCHEDA DEL FILM “MEN” (Men)
Regista: Alex Garland – Cast: Jessie Buckley, Rory Kinnear, Gayle Rankin, Paapa Essiedu, Sarah Twomey, Zak Rothera-Oxley, Sonoya Mizuno – Genere: Horror – Anno: 2022 – Paese: Gran Bretagna – Scenaggiatura: Alex Garland – Fotografia: Rob Hardy – Durata: 2h 20 min – Distribuzione: Vertice360 – Data di uscita: 24 agosto 2022 – Il sito ufficiale del film “Men”
Trama: Men, film diretto da Alex Garland, racconta la storia di Harper (Jessie Buckey), una giovane donna che ha da perso da poco il marito (Paapa Essiedu), dopo che quest’ultimo si è buttato da un palazzo. Alla ricerca di un po’ di serenità dopo il lutto, Harper decide di concedersi una piccola vacanza solitaria in campagna. Ben presto, però, il suicidio del marito inizia a perseguitarla e la donna comincia a essere ossessionata da una serie di personaggi maschili grotteschi, che sembrano avere tutti il volto del gestore del bed and breakfast (Rory Kinnear) dove alloggia. Mentre queste sue visioni si fanno sempre più inquietanti e minacciose, Harper inizia lentamente a scivolare verso la follia…
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