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Revival | Poster

Martin è un dottore dallo sguardo enigmatico e li invita a restare da lui una notte mentre cura la mano di Richard. Dopo essere stati sedati durante la cena, i due fuggitivi vivono l’incubo peggiore della loro vita: incatenati in un laboratorio sotterraneo, subiscono torture da parte dell’ospite al fine di poter conoscere lo stato di premorte dell’essere umano.

L’ossessionato dottor Martin cerca disperatamente di rivivere ancora del tempo con la sua defunta moglie, cerca un contatto misterico con lei e solo attraverso l’assunzione di droghe fino al limite della sopportazione, la sua mente la ritrova, di fronte a lui, a congratularsi per le sue ricerche. Purtroppo mentre Grant ha un fisico più debole, Richard si dimostra clinicamente perfetto per sopportare il dolore delle atrocità che subisce.

Dopo Do ut des, del 2023, Germani torna sullo schermo riaffermando il suo genere privilegiato cioè un thriller che sfiora l’horror sci-fi giocando a un poliziesco all’’americana’.

Revival, infatti, ha due parti distinte: la prima, quella poliziesca, con il ritmato motivo della fuga e del nascondimento dei due fuggiaschi i quali, nel mentre, declinano anche la loro conoscenza passata e il debito che Richard ha nei confronti del padre di Grant e quindi esprime il desiderio di volersi prendere cura di lui; la seconda parte, quella thriller-horror, segue il tempo delle torture inflitte da Martin alle sue cavie, perché raggiungano il confine dell’ultimo respiro e “vivano” lo stato di premorte in modo che lui possa conoscere la via giusta per incontrare nuovamente sua moglie, Alice.

Dario Germani risolve il tempo e lo spazio onirico-allucinogeno delle visioni dei protagonisti con la lucidità perversa di un Revival degli attimi irrisolti della vita di ognuno, come il decidersi per una vita migliore di Richard nei confronti di Eliza, la sua compagna; oppure, per il giovane Grant, incontrare ancora una volta l’affetto di sua nonna che lo ha cresciuto.

“Ciò che vedi” in quel fatidico momento, si confermerà Martin, “è amore, amore dei genitori, della moglie, della nonna, torni a casa”.

Dario Germani esplora così l’ambito del surreale senza, tuttavia, lasciare un segno incisivo nel suo genere: si perdono i substrati psicologici dei personaggi stessi, le motivazioni dei gesti, delle parole, sicché anche i momenti di alta tensione dedicata al vissuto premorte non acquistano il sapore narrativo ma solo esplicativo, non entrano in relazione con una narrazione e risultano solo efficaci alla visione lineare del film.

Per questo, il finale, confuso, fin troppo alterato, dà l’impressione di essere già noto al pubblico. Nonostante tutto, però, le musiche pregiate di Sergio Cammariere come colonna sonora che offrono molteplici suggestioni allo spettatore, nonché l’efficace recitazione di un cast di prim’ordine, tra cui anche Nathalie Rapti Gomez, nel film Tara, terza cavia imprigionata e, non ultimo, il trucco di Vittorio Sodano premiano il film. (La recensione del film “Revival” è a cura di Rita Ricucci)