Rimini Recensione. La recensione del film “Rimini” di Mirko Nottoli. Cosa ci fa il grande regista austriaco Ulrich Seidl a Rimini? Vi gira la storia di Richie Bravo, ex star teutonica della musica folk che oggi si arrabatta come può
nella capitale romagnola, facendo tristi serate in tristi hall di tristi hotel per tristi comitive di tristi vecchi fans giunti in pulmino da chissà dove e offrendo agghiaccinati prestazione sessuali a pagamento in favore di vecchie groupies in disarmo dentro squalide camere d’albergo deserti. Va detto che in fatto di sesso il nostro Richie Bravo non va giù per il sottile, animale perennemente in calore che non si ferma davanti a niente, nemmeno alla presenza della madre dell’amante di turno che inferma se ne sta nel letto appena al di là di una porta. Storie di (stra)ordinario squallore quotidiano. Vita dissoluta, spesa tra alcol, sesso e rock and roll, in canottiera e pelliccia anche qundo fuori c’è la neve, il nostro Richie mangia quando ha fame, dorme quando ha sonno, fotte tutte le volte che può. Le cose si complicano quando compare d’ improvviso la figlia per reclamare, dopo lustri di assenza e menfreghismo, quanto le spetta. Soldi, fondamentalmente. A fare da sfondo alla vicenda, Rimini che diventa protagonista anch’essa della pellicola. Una Rimini che non ti aspetti, non la Rimini capitale estiva del divertimento, la Rimini colorata e vociante, la Rimini delle cabine, gli stabilimenti balneari, le discoteche, nemmeno la Rimini di Fellini, onirica e sospesa, ma una Rimini invernale come luogo che non esiste, una Rimini che non c’è e che infatti non si vede, una Rimini innevata, bianca e diafana, dove il mare e le spiagge si intuiscono solo in lontananza, che trascolorano nel grigiore della bruma atmosferica, finendo per confondersi con un tutto ovattato da una luce lattiginosa che azzera le dimensioni. Un luogo della mente, dipinto con le tinte pastello e slavate delle fotografie di Luigi Ghirri. Seidl evita tutti i luoghi simbolo della città, non c’è il Grand Hotel, non c’è il molo, non c’è il celebre grattacielo, per riprendere solo siti anonimi, irriconoscibli o abbandonati come la ex colonia Enel, perfette quinte che fanno da ambientazioni fatiscenti per un’ umanità altrattanto fatiscente e abbandonata a se stessa, composta da barboni, debosciati, approfittatori e ricattatori, un’umanità sulla soglia della disperazione a cui però il nostro Richie, pur con tutti i difetti e tutte le colpe di cui si è macchiato, pur nelle difficoltà e in sfighe apparentemente insormontabili (la morte della madre, un padre affetto da alzheimer rinchiuso in una clinica) sa contrappore un “elan vitale” insopprimibile e smisurato, uno slancio vitalistico che sa gridare al di sopra dello squallore più nero. In concorso all’ultimo Festival di Berlino, Rimini è stato presentato in anterprima nazionale al Biografilm di Bologna 2022. (La recensione del film “Rimini” è di Mirko Nottoli)
LA SCHEDA DEL FILM “RIMINI” (Rimini)
Regista: Ulrich Seidl – Attori: Michael Thomas, Tessa Göttlicher, Hans-Michael Rehberg, Georg Friedrich, Inge Maux, Claudia Martini – Sceneggiatura: Veronika Franz, Ulrich Seidl – Fotografia: Wolfgang Thaler – Genere: Commedia – Anno: 2022 – Paese: Germania, Austria, Francia – Durata: 1h 54 min – Distribuzione: Wanted Cinema – Data di uscita: 25 Agosto 2022
Trama: Rimini, film diretto da Ulrich Seidl, racconta la storia di Richie Bravo (Michael Thomas), un tempo stella della musica tradizionale austriaca e ora solo un cantante in là con gli anni. L’uomo vive in una vecchia villa, ormai non più sontuosa, e si esibisce per racimolare qualche soldo in alcuni insignificanti alberghi a Rimini. Qui Richie intrattiene tediate comitive di anziani disinteressati e alza qualche altro spicciolo offrendosi come gigolò ad alcune spettatrici solitarie, consumando così ogni residua energia erotica rimastagli. Nel frattempo l’unico parente vicino in vita, suo padre (Hans-Michael Rehberg), si trova nel loro paese di origine in Austria, dove vive in una casa di riposo…
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