Ritorno a Seoul Recensione. La recensione del film “Ritorno a Seoul” di Claudio Montatori. Freddie arriva a Seoul per un caso fortuito: il suo volo per Hong Kong è stato cancellato e allora ha preso quello per la capitale coreana. Questo almeno è ciò che racconta a sua madre adottiva,
e forse a se stessa. Davvero un caso o una scelta inconscia? Sta di fatto che ora lei si trova nella sua terra di origine, dove è nata 25 anni prima da genitori che non potendosi permettere di mantenerla la diedero in adozione a una coppia francese che l’ha cresciuta amorevolmente. Dunque lei è una ragazza francese per educazione e cultura ma il suo aspetto, i suoi tratti somatici sono inequivocabilmente orientali, anzi coreani antichi, come le fa osservare Tena (Guka Han), la ragazza con cui ha stretto amicizia appena arrivata a Seoul. È una giovane donna sicura di sé, almeno così appare, anche se il suo carattere spigoloso lascia immaginare qualche difficoltà di inserimento nella sua patria d’adozione, la Francia che non vediamo mai. Ora, quasi di nascosto, prova a contattare i suoi genitori naturali che vivono separati e mentre sua madre sembra rifiutarsi di incontrarla, si fa vivo il padre, alcolizzato e pieno di complessi di colpa che finisce per scaricare sulla figlia ritrovata. La reazione di Freddie è sprezzante, non sente di appartenere a quella cultura e a quella gente, ma è chiaro che questo mette in crisi le sue certezze precipitandola in un vortice di sensazioni e insicurezze che fanno capo ad un’unica domanda: chi sono io? Il regista, francese ma di origini cambogiane, Davy Chou si è ispirato alla vera storia di una sua amica, coreana di origine, per confezionare un film davvero bello, forte dell’intensa recitazione dell’ esordiente attrice protagonista, Park Ji-min, capace di esprimere al meglio il turbinio di emozioni del suo personaggio, Freddie, dovuto dapprima allo sgretolarsi delle sue sicurezze, più costruite che reali, e poi dal bisogno di trovarne di nuove attraverso il tentativo ormai diventato ossessivo di incontrare la madre che l’ha generata. L’intensità del racconto non si limita alla narrazione della particolare condizione di chi essendo stato adottato va alla ricerca delle proprie origini naturali, per definire meglio la propria identità, più in generale, crediamo che si possa leggere in filigrana la perdita sicurezze di intere generazioni, forse di un’intera civiltà, quella occidentale, più incline alla sicumera che alla sicurezza. Dopo “Diamond Island”, questa seconda prova nella regia di un lungometraggio di finzione, conferma Davy Chou come regista di valore, forse un nuovo “autore”. (La recensione del film “Ritorno a Seoul” è di Claudio Montatori)
LA SCHEDA DEL FILM “RITORNO A SEOUL” (Retour à Séoul)
Regista: Davy Chou – Cast: Ji-Min Park, Oh Kwang-Rok, Guka Han, Sun-young Kim, Yoann Zimmer, Louis-Do de Lencquesaing, Ouk-Sook Hur, Seung-Beom Son, Dong Seok Kim, Emeline Briffaud, Cheol-Hyun Lim, Régine Vial, Cho-woo Choi – Genere: Drammatico – Anno: 2022 – Paese: Francia, Germania – Fotografia: Thomas Favel – Sceneggiatura: Davy Chou – Durata: 1h 53 min – Distribuzione: I Wonder Pictures in collaborazione con MUBI – Data di uscita: 11 Maggio 2023 – Il sito ufficiale del film “Ritorno a Seoul”
Trama: Ritorno a Seoul, film diretto da Davy Chou, racconta la storia di Freddie (Park Ji-Min), una ragazza francese di 25 anni, che torna in Corea del Sud per riconnettersi con le sue origini. La ragazza, infatti, è nata in Corea, ma è stata adottata in seguito da una coppia francese e da quel momento non è più tornata nella sua terra natia. Freddie è decisa a rintracciare i suoi genitori biologici in un paese che non conosce quasi per nulla, ma il suo viaggio la porterà a prendere direzioni del tutto nuove e soprattutto inaspettate…
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