– Roman Polanski, 90 anni di cinema e scandali (News)


Roman Polanski compie 90 anni, ma non ha nessuna intenzione di farsi fermare dall’età che avanza. Dopo nove decadi vissute al massimo tra cinema e scandali sessuali, il regista polacco tra qualche settimana sarà infatti protagonista alla Mostra del Cinema di Venezia con il suo ultimo lavoro “The Palace”.

L’infanzia sotto i nazisti – In questi 90 anni Roman Polanski ha vissuto tante vite, segnate da grandi successi e dolorosi baratri. Dall’infanzia segnata dall’antisemitismo (la madre morì ad Auschwitz, mentre il padre sopravvisse al campo di concentramento di Mauthausen) alle prime prove da regista nel Dopoguerra fino al viaggio negli Stati Uniti, dove nel 1968 incontrò il successo grazie al suo film più noto: “Rosemary’s Baby”.

L’omicidio della moglie Sharon Tate. La felicità di Polanski durò poco e il 1969 segnò per sempre la sua esistenza. Il 9 agosto, mentre si trovava a Londra, la setta di Charles Manson fece irruzione nella sua villa a Los Angeles, dove la moglie Sharon Tate, all’ottavo mese di gravidanza, stava passando una serata con alcuni amici. Tutti furono barbaramente uccisi: Sharon Tate, Wojciech Frykowski, Abigail Folger, Jay Sebring e Steven Parent.Gli anni successivi furono durissimi per lui e il dolore si ripercosse anche sulla sua filmografia. A segnare un punto di svolta fu “Chinatown” nel 1974, che ottenne ben undici candidature all’Oscar e gli spalancò le porte di Hollywood.

L’Oscar per “Il pianista”. Dopo lo scandalo tornò in Europa per girare Tess, tratto dal romanzo che la moglie Sharon Tate lasciò sul suo comodino poco prima di morire, che gli valse la nomination all’Oscar come miglior regista e miglior film. Nel 1989 sposa Emmanuelle Seigner, da cui ha due figli. Nel 2003 arriva finalmente l’Oscar grazie a “Il pianista” (già premiato a Cannes l’anno precedente).

Gli scandali sessuali. Nel 1977, Polański venne accusato a Los Angeles di “violenza sessuale con l’ausilio di sostanze stupefacenti” ai danni della quattordicenne Samantha Geimer, nella villa di Jack Nicholson. La donna in seguito ha sempre dichiarato che il rapporto non fu uno stupro e che non gli porta rancore. Dal 2005 è nella “red notice” del governo americano e rischia l’estradizione se esce dalla Francia o dalla Svizzera, i Paesi che l’hanno accolto. Il 26 settembre 2009 Polański venne arrestato all’aeroporto di Zurigo-Kloten, dopo che si era recato in Svizzera per ricevere al Zurigo Film Festival un premio alla carriera. Dopo l’accaduto si registrarono numerose reazioni pubbliche da parte di artisti e politici, che chiesero la liberazione del regista. Le autorità elvetiche hanno negato l’estradizione del regista negli Stati Uniti, revocandogli anche gli arresti domiciliari e il braccialetto elettronico.

Le reazioni dopo il #Metoo. Lo scandalo ha avuto ripercussioni pesanti soprattutto in anni recenti.Alla cerimonia dei Cesar per “L’ufficiale e la spia” (2020) l’attrice incaricata di consegnargli il premio per la regia lasciò infatti il palcoscenico in segno di protesta, mentre la presidente della giuria della Mostra di Venezia, Lucrecia Martel, contestò la selezione del film al festival dichiarando: “Non separo l’opera dalla persona”. (dal tgcom)

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