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The Crow – Il Corvo Recensione Poster

Per cui siamo liberi dai condizionamenti, dai maitre a penser, dalla fuffa delle cartelle e degli uffici stampa a cui dobbiamo qualche favore. La critica che è bravissima, come nel recente, eclatante, caso di Trap nel cogliere (ed esaltare) ogni minimo riferimento hitckockiano e non si accorge, o finge di non considerare, buchi di sceneggiatura grandi come una casa.

Chissà perchè lo stesso trattamento non viene riservato ad ogni film o ad ogni regista, liquidati invece sovente con superficialità, senza dilungarsi troppo in analisi accademiche sul senso della visione, del cinema sul cinema, sul tema del doppio o sulle conseguenze sociologiche nel guardare il mondo attraverso lo schermo dei nostri cellulari.

Tra gli ultimi film liquidati con nonchalanche c’è The Crow di Rupert Sanders, remake della celeberrima pellicola del 1994 di Alex Proyas con Brandon Lee, massacarato ancora prima di uscire nelle sale, stroncato a partire già dal trailer, accusato di lesa maestà solo per l’ardire di essere un remake di un cult. Non staremo qui a farla lunga sul significato del remake in quanto genere, su che senso abbia fare o non fare un remake perchè la stessa domanda si potrebbe porre per qualsiasi film.

L’errore da non compiere è fare paragoni e considerare ogni opera come un’opera a sé stante (medesimo discorso vale quando un film è tratto da un libro per cui il libro è sempre meglio del film). Certo, se riferito all’originale, The Crow non regge ma non regge perchè è un altro film, tanto che sarebbe più opportuno parlare di reboot piuttosto che di ramake.

La cosa migliore sta proprio qui: nel non mettersi in competizione, nel seguire altre strade, nel raccontare una storia ispirata alla stessa fonte (il fumetto di James O’ Barr) ma attraverso un altro punto di vista, da un’altra prospettiva, attraverso un altro approccio.

Quindi, tutto ok? No, per niente. Per essere un film riuscito, The Crow presenta una trama troppo farraginosa dove tutto è troppo spiegato e che manca, per questo, di poesia e di epica, una trama che denuncia evidenti illogicità e talune, ingenue, cadute di stile. Un film però che trova il colpo d’ala buono nel racconto sofferto delle vite solitarie dei suoi due giovani protagonisti, a cui prestano ottimamente anima, corpo, sguardi, ferite, lacrime e sorrisi, Bill Skarsgard (sempre a suo agio con make-up pesanti) e la cantautrice hip hop FKA twiks (già vista sul grande schermo in Honey Boy). Nella parte del villain, purtroppo, l’insopportabile Danny Huston. (La recensione del film “The Crow – Il Corvo” è a cura di Mirko Nottoli)