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The Warrior The Iron Claw Recensione Poster

ultimo progetto targato A24. L’interprete veste i panni di Kevin Von Erich, l’erede di una dinastia familiare del mondo del wrestling capitanata da Fritz Von Erich, padre padrone che ha orientato la vita dei suoi figli verso lo showbiz dei combattimenti. Dei cinque fratelli, uno è morto quando era ancora molto piccolo, Kevin è un ammasso di muscoli con scarsa propensione nei confronti dello spettacolo, Kerry si è dato all’atletica, David è l’unico che sembrerebbe avere tutte le carte in regola e, il più giovane, ovvero Mike, non ha alcun interesse verso l’universo della lotta. A rovinare tutto sarà la maledizione dei Von Erich, un’ossessione relativa alla vittoria nel mondo del wrestling che costerà carissima a ogni membro della famiglia allargata. Al centro di The Warrior – The Iron Claw si trova il corpo muscoloso di Zac Efron, appesantito e talmente ipertrofico da risultare deformato persino nel volto. I suoi muscoli somigliano a una sorta di compensazione di un carattere che non si è sviluppato adeguatamente e che tende a introiettare di tutto di più, fino ad arrivare sull’orlo dell’esplosione. Accanto a lui trovano posto Jeremy Allen White, la star del momento, che presta il suo volto per interpretare il personaggio probabilmente più dolente del film, Harris Dickinson e Holt McCallany, un autentico fuoriclasse, la cui ambizione al successo è totalizzante e mortifera. Vera grande protagonista del film è proprio la morte – sempre presente, fin dall’inizio in occasione del dialogo tra il personaggio interpretato da Zac Efron e quello portato in scena da Lily James. Sin dai loro primi scambi – fuori dall’arena e a una tavola calda per una cena – si intravede la presenza della morte sotto forma di una strana maledizione di cui la sua famiglia soffrirebbe da tempo. Lo sguardo di Zac Efron è addolorato e, nel corso del film, si piegherà a simboli religiosi (croci e immagini sacre) e alle armi, parimenti in bella mostra nel soggiorno dei suoi genitori, alla freddezza anaffettiva del padre e della madre, e al lato oscuro del successo. Nel complesso, The Warrior – The Iron Claw è una sorta di Il giardino delle vergini suicide for boys, un affresco dilaniante che non riesce a resistere alla tentazione di donare un lieto fine e una riscossa al suo protagonista, così diverso rispetto al padre ma non al punto tale da non averlo perdonato per avergli rovinato la vita, un progetto costruito su contrasti irrisolvibili e che, nonostante le caratteristiche magmatiche portate in scena, non riesce a emozionare più di tanto, finendo per somigliare a una messa in scena un po’ posticcia e priva di autentico calore umano. (La recensione del film “The Warrior – The Iron Claw” è a cura di Matteo Marescalco)