Fanny Ardant è La signora della porta accanto: dal 5 febbraio arriva nelle sale italiane il classico diretto nel 1981 da François Truffaut, sull’intreccio amoroso tra la stessa Fanny Ardant e Gérard Depardieu. Restaurato da MK2, La signora della porta accanto è distribuito dalla Cineteca di Bologna con il suo
progetto Il Cinema Ritrovato. Al cinema. Mathilde ritrova sette anni dopo l’uomo che aveva amato fin quasi a soccombere: entrambi vivono in belle case vicine, dentro simili vite serene, eppure l’incontro sarà fatale. “Spero che il pubblico non prenda parte, che li ami entrambi come li amo io”: ma come sempre per Truffaut, anche questa è storia di uno squilibrio passionale, e pur nella tragedia che accomuna, la disfatta (amorosa) è della donna.
“Dopo L’ultimo metrò – ha scritto François Truffaut -, che presentava sei o sette personaggi di uguale importanza, ho inteso ritornare ad una disciplina inversa con una storia più serrata, costruita intorno a una coppia. Di proposito, ho mantenuto gli altri personaggi in secondo piano, dando la preferenza, tra questi, ad un personaggio di confidente che dà inizio alla storia e la conclude: “Né con te, né senza te”. Di cosa tratta La signora della porta accanto? Di amore e, ben inteso, di amore contrariato perché, diversamente, non vi sarebbe una storia. L’ostacolo, qui, tra i due amanti, non è rappresentato dalle costrizioni sociali, dalla presenza di altre persone o dalla diversità dei due caratteri, ma esattamente al contrario, dalla loro rassomiglianza. Si trovano ancora, l’uno e l’altra, nello stato di esaltazione — “o tutto o niente” – che già li aveva separati, otto anni prima. Quando il caso li rimette uno di fronte all’altra, in un primo tempo Mathilde, contrariamente a Bernard, si mostra ragionevole. Poi, la situazione, come il cilindro di vetro di una clessidra, si rovescia e porta alla lacerazione ”.
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