Firenze, 21 novembre – La lotta all’HIV e allo stigma, la ricerca della propria identità, l’autodeterminazione dei corpi, il concetto di famiglia, le vite non binary e transgender, la gioia di vivere la sessualità in modo libero ed esplicito. Sono solo alcune delle tematiche al centro della 22a edizione di Florence Queer Festival, la principale rassegna toscana che celebra il meglio della cinematografia LGBTQIA+ con proiezioni, incontri, masterclass e focus tematici, in programma dal 27 novembre al 1 dicembre al cinema La Compagnia di Firenze. La manifestazione rientra nel programma della “50 Giorni di Cinema a Firenze”.
La rassegna, organizzata dall’associazione Ireos di Firenze, proporrà 5 giorni di proiezioni ed eventi, spaziando tra film, documentari, cortometraggi con una programmazione che intreccia memoria storica e attualità. Dal fervore rivoluzionario degli anni ‘70 raccontato in “Io non sono nessuno” di Geraldine Ottier che lo presenterà in sala, sulla storia vera dell’attivista Mariasilvia Spolato, prima donna a fare coming out, alla Berlino Ovest anni ‘80 fotografata dall’occhio di Jürgen Baldiga, quando l’Aids entrò nella sua vita in “Baldiga – Unlocked Heart” del regista Markus Stein che sarà in sala per un focus sul tema, passando per le strade di Palermo, dove esiste un luogo che sfida ogni convenzione in “Quir” di Nicola Bellucci, ospite del festival insieme ai protagonisti Ernesto Tomasini, Vivian Bellina e Massimo Milani. Fino alla battaglia di Valentina Petrillo, prima atleta transgender paralimpica italiana protagonista del documentario “5 nanomoli” di Elisa Mereghetti e Marco Mensa. I 23 film presentati in questa edizione spaziano tra generi e storie, offrendo una rappresentazione molteplice e unica della comunità Queer, divisi nelle categorie Miglior lungometraggio, Miglior cortometraggio, Premio Queer Animation e Premio Pride.
Come hanno dichiarato Barbara Caponi e Elena Magini, direttrici artistiche del festival: “La 22/ma edizione del Florence Queer Festival si svolge in un contesto denso di significati, coincidente con ricorrenze importanti per la comunità LGBTQ+: il Trans Day of Remembrance, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e la Giornata mondiale contro l’AIDS. Queste giornate, lungi dall’essere vuote celebrazioni, diventano un’occasione per ricordare, condividere, rivendicare e alimentare la memoria collettiva. La programmazione del festival si è ispirata a ciò, tracciando una linea narrativa che unisce la qualità cinematografica a una chiara vocazione militante. La riflessione storica sul passato diventa un ponte per affrontare le sfide del presente, dove lo stigma verso le persone sieropositive persiste. Un esempio significativo è la presenza di Daphne Bohémien, drag performer, autrice e attivista che sarà una figura centrale di questa edizione introducendo l’evento e presentando il documentario sulla sua vita, che racconta il percorso verso l’accettazione di sé come persona trans e HIV+. Il tema della visibilità trans, la lotta all’omolesbotransfobia, l’idea di autordeterminazione dei corpi, sono argomenti che ricorrono e attraversano non solo le proiezioni, ma tutte le attività connesse alla rassegna.
Opening e closing
Il festival si apre e chiude simbolicamente con una doppia riflessione sull’AIDS, tema centrale e ancora rilevante. L’inaugurazione, mercoledì 27 novembre, è affidata alla prima nazionale di “Vivre, mourir, renaître” alla presenza del regista Gaël Morel, che sarà presente in sala per salutare il pubblico fiorentino. Presentato al Festival di Cannes del 2024, il film mette in scena un potenziale triangolo amoroso tra Emma, Sammy e Cyril, che viene distrutto dall’emergere della crisi dell’AIDS. Tra giovinezza, amore e malattia, il destino di ogni personaggio prenderà una strada inaspettata. La proiezione sarà preceduta dallo speech introduttivo di Daphne Bohemien, attivista, autrice e performer con un intervento sulla visibilità trans e HIV e una riflessione sull’autodeterminazione dei corpi, stigma sociale e attivismo transfemminista. Domenica 1 dicembre alle 19.45 è in programma “Baldiga – Unlocked Heart” di Markus Stein, sull’artista e attivista Jürgen Baldiga, fotografo queer della Berlino anni ‘80. Il documentario, attraverso diari, poesie, immagini e i ricordi dei suoi compagni, ricostruisce un ritratto sfaccettato dell’artista, inteso non solo come fotografo pioniere, ma anche come attivista per l’AIDS, impegnato nella lotta contro la stigmatizzazione degli stili di vita gay. Al documentario seguirà una conversazione con il regista Markus Stein in collaborazione con l’Istituto Europeo di Firenze. Chiude l’edizione, la proiezione di “Photo Booth” di John Greyson, un film che unisce l’immaginario queer alla questione palestinese, come netta presa di posizione del festival contro il genocidio in corso a Gaza. Opera surreale e delirante sull’attivismo del queer BDS (boicottaggio, disinvestimenti, sanzioni) come movimento globale guidato dai palestinesi.
I titoli in concorso
Tra i lungometraggi in concorso, oltre al film di apertura, troviamo: “Housekeeping for Beginners” di Goran Stolevski, storia che esplora le verità universali della famiglia, sia quella in cui nasciamo che quella che costruiamo da soli; “Power Alley” di Lillah Halla, che mette al centro la vita di Sofia, diciassettenne promessa della pallavolo che si trova ad affrontare una gravidanza indesiderata. Inizia così il suo percorso alla ricerca di un modo per abortire, nel Brasile che le nega questo diritto. Supportata dalla comunità LGBTQI+, di cui lei stessa fa parte e a cui appartengono la maggior parte dellə compagnə di squadra, ma attaccata dal resto della società. In anteprima nazionale arriva “Baby” di Marcelo Caetano che segue la vita di un giovane appena uscito da due anni di detenzione in un centro minorile. Abbandonato dalla famiglia per il suo orientamento sessuale, si ritrova da solo per le strade di San Paolo e costretto a inventarsi un modo per vivere. In un cinema porno per uomini gay incontra Ronaldo, che gli fa da mentore nella vita di strada e con il quale inizierà una relazione tormentata. Infine “Desire Lines” di Jules Rosskam, un documentario ibrido che mescola interviste, materiali d’archivio e finzione per esplorare la storia complicata e spesso non scritta della sessualità trans maschile.
Per i cortometraggi le anteprime nazionali di “Gender Reaveal” di Mo Matton, una dark comedy dai risvolti inaspettati sulle feste per la rivelazione del sesso di un bambino; dagli USA c’è “Sister Wives” di Louisa Connolly-Burnham, in un contesto arcaico e rigido come quello dell’Utah mormone, due donne della stessa famiglia si trovano a sfidare le regole non dette del desiderio. Una storia che illumina la forza del cambiamento e la scoperta di sé; dalla Colombia arriva “Uli” di Mariana Gil Ríos. che segue Rafaela, otto anni, la quale incontra Uli, una giovane donna queer. Un corto che esplora il senso di estraneità e la scoperta della libertà. “Safari” di Leonardo Balestrieri (che sarà presente in sala) pone al centro Elia, che gioca il ruolo dell’esca per un gruppo di “cacciatori,” ma presto scopre che la negazione della propria identità ha un prezzo altissimo. In un futuro distopico dove ogni attività “immorale” può essere denunciata è ambientato “Safety State” di Jeanette L. Buck, in cui una coppia lesbica fugge nel New England. Costrette a fingere di essere sposate con due uomini, trovano salvezza in un’amicizia inaspettata.
Per la categoria Premio Pride, sono in concorso “All that matters” di Coraci Bartman Ruiz, racconto profondo di tre famiglie di persone trans, che attraversano insieme le sfide e le gioie di un percorso di accettazione, trasformando l’affetto in lotta per una società che celebri la diversità; “5 Nanomoli” di Elisa Mereghetti e Marco Mensa, l’incredibile viaggio di Valentina Petrillo, la prima l’atleta transgender con una disabilità visiva a correre con la maglia della Nazionale italiana in una competizione internazionale, che sarà presente in sala. La prima nazionale di “Io non sono nessuno” di Geraldine Ottier, film che racconta con forza e autenticità, la vita di Mariasilvia Spolato, prima donna in Italia a dichiarare apertamente la propria omosessualità. “Quir” di Nicola Bellucci, ritratto sincero di QUIR, negozio simbolo per la comunità LGBTQI+ palermitana, e della coppia queer che lo gestisce, rifugio per chi lotta per la propria autenticità. Alla presenza del regista e di Ernesto Tomasini, Vivian Bellina e Massimo Milani, protagonistə del film. Infine “Unless we dance” di Fernanda Pineda e Hanz Rippe Gabriele, un omaggio alla danza come risposta alla violenza di Quibdó, Colombia. Una comunità che attraverso il movimento trova la forza per resistere e celebrare la propria cultura afro.
Fuori concorso
Tra le opere fuori concorso troviamo “Another go” di Elisa Beli Borrelli, un corto per raccontare il disturbo borderline di personalità; in anteprima italiana “Summer Qamp” di Jennifer Markowitz, documentario sul campeggio fYrefly in Canada, rifugio per adolescenti LGBTQIA2S+ dove si celebrano resilienza e gioia; “Os Finais de Domingo” di Olavo Junior, un ritratto poetico della solitudine LGBTQ nella vecchiaia, illuminato da un amore inatteso, in collaborazione con Nosotras; “Encadenado a mi cuerpo” di Lucifer Benedetti in anteprima italiana, un viaggio intimo verso la liberazione corporea e spirituale, tra desiderio e autoesplorazione, presentato alla presenza del regista; “Lesvia” di Tzeli Hadjidimitriou, una lettera d’amore alla comunità lesbica e al villaggio di Eressos, storica meta di lesbiche, per lesbiche, aperta tuttavia alle diverse identità LGBTQ+; “Daphne” di Nicola Bianchi, uno sguardo sulla vita di Daphne, performer e attivista LGBTQ, tra la scena underground e la sua ricerca di identità. Alla presenza della protagonista e infine “Se trans for mar” di Cibele Appes, la storia di Iara, attrice trans, tra pregiudizi, amore e poesia in un rifugio di affetti. In collaborazione con Nosotras.
Queer animation
Fiore all’occhiello della rassegna è la sezione dedicata al cortometraggio animato queer con differenti approcci artistici. Un viaggio tra punti di vista e scorci sulle identità LGBTIQIA+ attraverso una prospettiva multiculturale e intersezionale con focus specifico su politica, storie personali, micro-labels e identità marginalizzate, curata da Giacomo Guccinelli e ideata in collaborazione con The Sign Comics & Arts Academy.
Eventi extra tra presentazioni di libri, masterclass e matinée per le scuole
Tra gli eventi di avvicinamento al festival domenica 24 novembre è in programma la presentazione del libro “Sierocoinvoltə. La rivoluzione sessuale riparte dall’HIV”, un lavoro di scrittura corale del collettivo Conigli Bianchi e PrEP in Italia, che racconta un viaggio lungo 40 anni di HIV. Tanti punti di vista diversi per ripercorrere il passato, fotografare il presente e pensare il futuro delle persone sierocoinvolte. In dialogo insieme ai Conigli Bianchi, il collettivo di attivistə, performers e fumettistə ci sarà l’associazione con CinematograFica, per aprire un discorso pubblico sull’HIV e scardinare la sierofobia (ore 18.30 presso la libreria l’Ornitorinco). Giovedì 28 novembre alle 14.30 è in programma la masterclass su animazione e rappresentazioni queer a cura di Giacomo Guccinelli che propone una retrospettiva sull’evoluzione della visibilità delle persone LGBTQIA+ nel prodotto animato autoriale e mainstream (ingresso libero presso La Compagnia).
Anche quest’anno il festival organizza una matinée per le scuole insieme a IREOS e Lanterne Magiche dal titolo “Siamo come luce che passa nel prisma” iniziativa pensata per aprire un confronto con ragazzi e ragazze su identità sessuale, consenso, coming out, comunità LGBTQ+ e omonegatività, ragionando sulle rappresentazioni nel cinema e nella serialità, partendo dalle storie dei personaggi della serie Prisma, venerdì 29 novembre alle ore 9.30, al Cinema La Compagnia. L’evento è gratuito. Per info e prenotazioni scrivere a info@lanternemagiche.it. Sempre venerdì 29 dalle 23.30 il party della 22/ma edizione del Florence Queer Festival dal titolo “No FQF, no Party – In-foyerat3”, direttamente nel foyer del Cinema La Compagnia per ballare a ritmi di sinth con Leblonde e SARABAMBA. Sabato 30, spazio alla poesia con la presentazione di “Dolore Minimo” di Giovanna Cristina Vivinetto, poetessa e insegnante, che con la sua prima raccolta di poesie è stata fonte d’ispirazione per la creazione della serie Amazon Prime, Prisma. L’incontro è a cura del club del libro BookQlub e della biblioteca e centro di documentazione di Ireos (ore 19.45 cinema La Compagnia). Infine domenica 1 dicembre, l’incontro dal titolo “Pratiche intersoggettive: esplorare storie e costruire memorie dell’AIDS” una discussione con il regista Markus Stein, a seguito della sua proiezione, in collaborazione con il Queer and Feminist Studies Working Group dell’EUI (ore 19.45, cinema La Compagnia).
Collaborazioni
Il festival rafforza i legami con le realtà del territorio. Oltre alla consolidata collaborazione con lo IED di Firenze, che ha contribuito alla realizzazione dell’identità visiva di questa edizione, si rafforza la relazione con importanti realtà attive in città come Nosotras, COSPE, Famiglie Arcobaleno e Casa delle Donne Firenze e New York University, che introdurranno alcune attività del programma Queer Extra. Si aggiungono inoltre le collaborazioni con l’Accademia di Belle Arti (per la realizzazione dei premi) e l’Istituto Europeo di Firenze (focus su “Baldiga”).
Premi e giurie
A valutare i film in concorso delle quattro categorie, altrettante giurie. La giuria lungometraggi presieduta da Chiara Sfregola, scrittrice, sceneggiatrice e regista e composta inoltre da Maya De Leo
storica LGBTQIA+ e queer studies e Daphne Bohémien, performer e divulgatrice milanese, Daphne si occupa di diritti LGBTQIA+ e rappresentazione nei media. La giuria cortometraggi presieduta da Lucifer Benedetti regista che sfida il cishetero-gaze; e composta da Antonia Caruso, autrice e sceneggiatrice che si occupa di politica trans/femminista e cultura visuale e Luca Starita, scrittore e docente che esplora la narrativa queer italiana. Ad assegnare il premio Queer Animation, che valorizza il miglior corto animato a tematica queer una giuria speciale composta da studenti, docenti e staff di TheSign, l’accademia di arti visive di Firenze e dal Collettivo Moleste, che riunisce professionistə del mondo del fumetto, con l’obiettivo di costruire uno spazio dove i talenti queer possano emergere e essere riconosciuti. Infine, il Premio Pride, assegnato agli audiovisivi che meglio hanno saputo raccontare le tematiche legate all’attivismo, all’orgoglio e alla visibilità è composta da è composta da Vincenzo Restivo, docente di lingue, traduttore e attivista LGBTQ+, scrittore sui temi della violenza giovanile e l’identità di genere; Sam Bertoldi, sound-artist e compositore, in arte SADI, lavora con musica elettronica sperimentale e glitch per installazioni e spettacoli di danza e Roberta Parigiani, avvocata e portavoce del Movimento di Identità Trans.
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