– Venezia 80, Adam Driver è un vero “Ferrari” che corre… per il Leone d’Oro: “Solidale con chi sciopera” (News)


A Venezia 80, c’è Adam Driver, un vero e proprio “Ferrari”, nell’omonimo film di Michael Mann, che, è il caso di dirlo, corre per il Leone d’Oro. Rara star americana avvistata al Lido, insieme a Patrick Dempsey, grazie alla deroga sindacale al duro sciopero di autori e attori in corso ad Hollywood. La pellicola infatti è

una produzione indipendente: “Sono molto orgoglioso di essere qui in presenza per rappresentare un film che non fa parte dell’Amptp – l’alleanza dei produttori americani – e promuovere la direttiva del Sag – il sindacato degli attori – che con l’accordo interinale per i film indipendenti fa fare promozione e allo stesso tempo dà visibilità allo sciopero, una tattica secondo me molto efficace”.

Drake, il mito di Maranello. Dopo aver interpretato Maurizio Gucci nell’House of Gucci di Ridley Scott, l’attore 39enne è alle prese con un altro italiano quindi, il Drake, il mito di Maranello: “Un uomo particolare, diverso da tutti, una persona che era come spronata dal lutto del giovane figlio Dino, dal dolore che provava. E tutti i rapporti con le persone che lo circondavano, in famiglia e nella scuderia, ne erano condizionati”, racconta Adam Driver, che sottolinea: “Sapevo poco ma via via che preparavamo il film, conoscevamo i luoghi veri a Modena, il barbiere, lo studio, la casa, i ristoranti, sono entrato in connessione con lui e il suo mondo, è stato davvero emozionante”.

Nel kolossal, girato in Italia, con adrenaliniche scene di gare, c’è la ricostruzione della famosa Mille Miglia del 1957 con la tragedia che costò la vita al pilota Ferrari Alfonso De Portago e fece strage nel pubblico a Guidizzolo con la morte di nove spettatori tra cui 4 bambini. Fu l’ultima Mille Miglia poi vietata per ragioni di sicurezza, la fine di un’epoca. Il 1957 è un anno cruciale per la vita di Enzo Ferrari: ha perso l’amato figlio Dino a 24 anni per la distrofia, il suo matrimonio con Laura, rovinato dal dolore è al capolinea, nel frattempo prosegue la relazione extraconiugale con Lina Lardi, conosciuta durante la guerra e che gli ha dato il figlio Pietro. Pubblico e privato si sovrappongono nel melò di Michael Mann.

Il regista. “Sono affascinato da sempre da storie così profondamente umane, quando mi sono imbattuto in un personaggio così dinamico come Enzo Ferrari ne sono rimasto colpito. Tutti i suoi aspetti contrastanti sono universali e lui li aveva concentrati”, dice Michael Mann anche lui solidale con lo sciopero di attori e sceneggiatori.
“Anche io gareggiavo in passato, non da professionista, e due cose mi erano chiare: ci si concentra su un unico obiettivo e tutto il resto svanisce, poi c’è il senso di agitazione”, ha raccontato Mann. “Volevo che lo spettatore sentisse cosa voleva dire guidare queste macchine negli anni ’50. Questo ha condizionato tutto ciò che ho girato”. Anche il rombo dei motori è una componente fondamentale. “Il suono che sentite e’ il vero suono di quelle macchine”, spiega il regista con soddisfazione e anche con una competenza che sorprende, come quando parla del motore Lampredi V12 della Ferrari che ha “un suono originale, minaccioso ma bellissimo”.

Nel cast, accanto a Driver, oltre a Patrick Dempsey, che interpreta Taruffi e che ha chiesto a Mann di essere a tutti i costi nel film da appassionato di Formula 1, ci sono Penelope Cruz (la moglie Laura Ferrari), Jack O’Connell, Sarah Gadon (Linda Christian), Gabriel Leon, Lino Musella, Valentina Bellè e Shailene Woodley che interpreta l’amante Lina Lardi, da cui nascerà Piero riconosciuto solo nel 1975. (dal tgcom24)

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