Venezia 80 si è aperta con un film politico, “Comandante”, che racconta una storia del passato per parlare di oggi. Nel film di Edoardo De Angelis, Pierfrancesco Favino interpreta Salvatore Todaro, che nel 1940, quando era a capo di un sommergibile italiano, decise di salvare 26 naufraghi belgi che trasportavano
materiale bellico per il nemico, perché questo prevede la legge del mare. Per accoglierli a bordo mise a repentaglio la propria vita e quella dei suoi uomini. C’è voluto il compleanno, i primi 80 anni della Mostra d’arte cinematografica, per assegnare il primo Leone d’oro alla carriera a una regista. Liliana Cavani, 90 anni di lucida intelligenza, ha ritirato il premio dalla “sua” Charlotte Rampling, indimenticabile protagonista di “Portiere di notte” (1974).
Leone d’oro. La platea della sala grande del Palazzo del Cinema di Venezia 80, con la folla delle grandi occasioni per la cerimonia di apertura con Comandante di Edoardo De Angelis è in piedi a battere le mani. Nel suo discorso durante la cerimonia di consegna del Leone d’Oro, Liliana Cavani sembra salutare ma poi con una voce un po’ emozionata: “Sono la prima donna a ricevere questo premio e non è del tutto giusto. Ci sono donne sceneggiatrici e registe che stanno lavorando, che lavorano bene al pari degli uomini, se guardiamo bene, se diamo loro la possibilità di essere viste, ecco credo che il festival dovrebbe considerare anche che le donne. La mostra ha già tanti anni, è necessario senz’altro equilibrio in questo senso, mi auguro che il mio sia un inizio e che abbia un senso”. La regista di Carpi, che ha ricordato i suoi autori amati Ingmar Bergman e Vittorio De Sica, citato Dante, ha portato fuori concorso il suo ultimo film “L’ordine del tempo” dal saggio del fisico Carlo Rovelli.
Inaugurazione. Una clip con emozionanti fotogrammi anno per anno della mostra ha ricordato cosa c’era da festeggiare, le 80 edizioni di Venezia in 90 anni di storia, interrotta per la guerra ma non per il Covid, come ha ricordato la madrina Caterina Murino. In sala le autorità a cominciare dal vicepremier Matteo Salvini, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, la sottosegretaria Lucia Borgonzoni, il presidente veneto Luca Zaia, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e tanti altri come Matteo Renzi. E poi le giurie al completo con Damien Chazelle per quella che assegnerà il Leone d’oro.
“Comandante”. Scorrono le immagini del film in concorso “Comandante” di Edoardo De Angelis con Piefrancesco Favino, un film di guerra sulla storia vera del sommergibilista Salvatore Todaro, un pluridecorato della seconda guerra mondiale famoso per le sue imprese di coraggio uniche e di disobbedienza della legge militare in favore della legge del mare. L’idea di De Angelis nasce nel 2018, quando l`Ammiraglio Pettorino, nel 123esimo anniversario della Guardia Costiera, raccontò la vicenda di Salvatore Todaro. Sandro Veronesi ha sceneggiato il film insieme a De Angelis e oggi ha detto: “Era l’estate in cui è scoppiato il disonore di disattendere le più elementari e millenarie regole del mare, di soccorrere chi è in necessità. C’era un clima piuttosto pesante e anche abbastanza sprezzante e la storia di Salvatore Todaro era una risposta perfetta. La storia del nostro popolo, del Mediterraneo, è una storia di soccorsi”. “Le reazioni di chi vede trascendono chi ha fatto materialmente il film. Spero solo che chi guarda Comandante convenga che esistono delle leggi eterne immutabili, come le leggi del mare, che non vanno infrante”, replica il regista a una domanda sul possibile giudizio di Salvini sul film. Ma chi era davvero Todaro? Spiega Pierfrancesco Favino: “Un magnifico esempio di ciò che cerco anche nel mio mestiere. Era un cattolico praticante, uno spiritista, ma anche un appassionato di filosofia orientale e un militare convinto. Era insomma un uomo pieno di gradazioni, che è quello che cerco e amo in un essere umano. Infine Todaro era uno capace di disubbidire”. (dal tgcom)
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