Venezia 80 al via. Parte la corsa al Leone d’Oro e al Lido sbarcano i primi vip, nonostante lo sciopero di Hollywood: George Clooney e Amal in pole position. La cerimonia di apertura, in serata, sarà guidata dalla madrina Caterina Murino, che ha già posato per i fotografi nel tradizionale bagno sdraiandosi sulla sabbia
del bagnasciuga nella spiaggia alle spalle dell’hotel Excelsior. Sul palco salirà anche la cantautrice Malika Ayane, che si esibirà sulle note di “Il cielo in una stanza di Gino Paoli”. Per quanto riguarda i film in concorso, saranno in 23 a contendersi l’ambito premio e tra questi, 6 sono italiani. Si comincia subito con ‘Comandante’ di Edoardo De Angelis, chiamato a sostituire ‘Challenger’ di Luca Guadagnino fermato proprio dallo sciopero di Hollywood. “Alla fine l’unico film che abbiamo perso purtroppo è l’apertura, che sarebbe stata stratosferica”, ha detto a LaPresse il direttore artistico Alberto Barbera, rammaricato ma non per questo meno fiducioso nella riuscita della kermesse. “Abbiamo rimediato alla grande con ‘Comandante’ di De Angelis che è un ottimo film, quindi va benissimo. Certo, non ci saranno tutte le star che non possono esserci come Emma Stone, Michael Fassbender, Bradley Cooper, il cast di Wes Anderson. Queste sono le perdite sicure, ma ci sarà una parte importante degli attori dei film indipendenti come Adam Driver, il cast di “Priscilla” e la stessa Priscilla. Poi ci sono un sacco di altri attori, attrici e cast con una bella presenza italiana. Insomma – ha concluso- la Mostra si annuncia sotto buoni auspici”. Sono in tanti, tra i protagonisti citati da Barbera, a sperare di poter festeggiare tornando da Venezia con un premio.
I favoriti. Per il Leone d’Oro, i candidati di certo non mancano. E anche se i bookmaker internazionali prevedono già un testa a testa tra “Povere creature!” del greco Yorgos Lanthimos ed “El Conde” del cileno Pablo Larrain, è ancora presto per lanciarsi in previsioni. La concorrenza del resto non manca, dai biopic di Sofia Coppola (‘Priscilla’, sulla moglie di Elvis Presley presente anche lei a Venezia), Michael Mann (‘Ferrari’ su Enzo Ferrari) e Bradley Cooper (‘Maestro’, sul celebre compositore Leonard Bernstein) fino al thriller di David Fincher ‘The Killer’ e al drammatico ‘Dogman’ di Luc Besson. Anche gli amanti del cinema italiano possono sognare in grande e per ora il più quotato tra i 6 e’ Matteo Garrone con “Io capitano”, storia tristemente ancora attuale che racconta il viaggio avventuroso di Seydou e Moussa, due giovani che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Prima che il concorso abbia inizio, non mancherà il tributo della Mostra a Liliana Cavani. Sarà l’attrice britannica Charlotte Rampling a tenere la laudatio della regista 90enne, Leone d’oro alla carriera, alla cerimonia di consegna del premio nella Sala Grande del Palazzo del Cinema.
Il festival di cinema più antico del mondo. La Mostra del Cinema di Venezia, che dal 1932 ha attraversato anni turbolenti con verdetti fischiati come nel 1960 quando a “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti fu preferito un modesto film francese e come nel Sessantotto quando subì dure contestazioni, raggiunge un traguardo importante: quella che apre il 30 agosto e chiude il 9 settembre è l’80/a edizione.
L’ombra dello sciopero e il rilancio del cinema italiano. Quest’anno due elementi si sono aggiunti a condizionare il festival: lo sciopero sindacale degli autori e degli attori in America (e Inghilterra) che con grandi assenze da Bradley Cooper a Michael Fassbender a Emma Stone ha sottratto linfa glamour alla Mostra – imprescindibile per non ridurre l’evento a rassegna solo per la bolla cinephile – e un obiettivo di rilancio del cinema italiano in sala, una occasione fondamentale da Venezia per far riappassionare il pubblico anche alle storie di casa e non solo ai Barbie e Oppenheimer di turno. Ecco allora ben sei film italiani in gara per il Leone d’oro, tutti importanti a partire dal budget, “Comandante” di Edoardo De Angelis; “Finalmente L’Alba” di Saverio Costanzo; “Io Capitano” di Matteo Garrone; “Lubo” di Giorgio Diritti; “Enea” di Pietro Castellitto e “Adagio” di Stefano Sollima. E tantissimi altri disseminati tra Orizzonti, fuori concorso, Giornate autori, Sic. Una mission quasi istituzionale, pur nella libertà di selezione, per Alberto Barbera, il più longevo dei direttori della Mostra, che ha ancora un anno, il 2024, per terminare il terzo mandato alla guida del festival.
Tra ripresa e parità di genere. Dopo la pandemia, il cinema in sala ha ripreso con enorme difficoltà e quello italiano ha sofferto ancora di più, è chiaro che dalla moltitudine di titoli, sperando in buone accoglienze di pubblico e critica, qualcosa si potrà smuovere. Resta sullo sfondo, non ancora risolta, la questione di genere: la parità è lontana (ma gli ultimi tre Leoni d’oro va ricordato sono donne Chloé Zhao, Audrey Diwan, Laura Poitras) ma il problema oltre che per la selezione veneziana è produttivo a monte visto che degli oltre 4mila titoli iscritti la quota maschile è il 66,56%.
I film più attesi. Con la giuria presieduta da Damien Chazelle, il regista americano di “La La Land” e un concorso di 23 titoli, ecco alcuni dei film più attesi di Venezia 80, i cosiddetti highlights. “Povere creature” di Yorgos Lanthimos con Emma Stone cattiva ragazza, adattamento cinematografico del romanzo del 1992, “Vita e misteri della prima donna medico d’Inghilterra”, di Alasdair Gray, che la vedrà nei panni della giovane non-morta Bella Baxter. Willem Dafoe e Mark Ruffalo nel cast. “Maestro” di Bradley Cooper, con l’attore di nuovo davanti e dietro la regia dopo il brillante esordio di “A star is a born”, qui nel biopic su Leonard Bernstein e sua moglie (Carey Mulligan). “Priscilla” di Sofia Coppola basato sulle memorie di Priscilla Beaulieu, “Elvis and me”, incentrate sulla sua turbolenta storia d’amore con il re del rock and roll. The Killer di David Fincher che torna dopo molti anni da Fight Club e poi ancora “Ferrari” di Michael Mann con Adam Driver (che ha avuto la deroga a partecipare) nei panni del genio italiano di Maranello, senza dimenticare “The Palace” di Roman Polanski, oltre a Coupe de chance di Woody Allen. Tra gli italiani “Io Capitano” di Matteo Garrone, pluripremiato regista di “Gomorra” e Il racconto dei racconti, è¨ anche a livello internazionale forse il più atteso: la storia attualissima dell’odissea di due minori non accompagnati dal Senegal alla Fortezza Europa attraverso deserto, atrocità libiche e traversata, difficilmente passerà inosservato nell’Italia degli hotspot allo stremo. (dal tgcom)
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